È un’attiva testimone della sua fede cristiana ed ha postato su Instagram messaggi di sostegno ai manifestanti del suo paese. Bianka Zaia, cristiana iraniana, rischia cinque anni di carcere. Vi invitiamo a pregare per lei.
Da diversi mesi l’Iran sta affrontando una rivolta popolare. Anche i cristiani sostengono la giustizia e la libertà e si affiancano ai manifestanti. È il caso di Bianka Zaia, 38 anni, che è stata rilasciata su cauzione la sera di Capodanno. Dopo essere stata arrestata a casa sua, Bianka ha trascorso più di un mese nella prigione di Evin, nell'area riservata ai prigionieri politici.
Accusata di proselitismo cristiano
Le autorità iraniane hanno ufficialmente accusato Bianka di aver pubblicato sul suo account Instagram messaggi di sostegno ai manifestanti. In realtà non è solo il suo impegno contro il regime a essere preso di mira. Secondo ”ONG Articolo 18”, Bianka è accusata anche di "propaganda contro lo Stato attraverso il proselitismo cristiano". In altre parole, le autorità la accusano di proclamare la Buona Novella di Gesù. Questo potrebbe costarle fino a cinque anni di carcere!
Cristiani impegnati
Bianka fa parte di una famiglia cristiana assira molto ingaggiata nella fede, che sarebbe stata minacciata durante la sua detenzione. È la nipote di Robert Gogtapeh, pastore di una chiesa pentecostale assira a Teheran, chiusa dal regime nel 2012. Gli assiri, come gli armeni, godono una relativa libertà di culto in Iran. Ma le loro riunioni religiose sono strettamente monitorate ed è vietato loro fare proselitismo. Il culto in lingua farsi (o persiana) è vietato e le autorità iraniane non permettono ai convertiti di frequentare le chiese armene e assire. Chi non rispetta queste restrizioni viene arrestato, come Victor Bet-Tamraz e Joseph Shabazian, quest’ultimo è un pastore condannato a 10 anni di carcere e recentemente anche Bianka. Speriamo e preghiamo che non venga nuovamente messa in prigione per il suo impegno a favore del Regno di Dio e della sua giustizia. Preghiamo affinché possa invece continuare a testimoniare di Gesù tra la sua gente.•