Qualcuno scrisse tempo fa che la vita coniugale e simile ad un delicato vaso di porcellana. Un vaso pregiato cha ha bisogno di essere curato e protetto dai numerosi colpi che possono infliggergli non solo le diverse circostanze della vita, ma anche amici, parenti e persone che ci circondano.
Un vaso che ha soprattutto bisogno di protezione dalle botte ed urti volontari e involontari dei coniugi stessi. Uno di questi dannosi colpi rappresentato dalle scappatelle extra-coniugali, che possono provocare gravi lesioni al matrimonio, blocca-re la comunicazione e condurre all'irreparabile rovina: ii divorzio.
Una recente inchiesta ha portato alla luce che per quanto concerne l'insoddisfazione nella vita coniugale, le donne raggiungono il record assoluto. Stando ai risultati di questa inchiesta, solo il 20 % di esse dice di essere felice o soddisfatte del coniuge. Questi risultati diventano sorprendenti, se si guardano i dati dell'inchiesta concernente gli uomini. Infatti ii 90 % dei mariti delle donne intervistate in precedenza, definisce ii proprio matrimonio armonioso e felice.
Se quindi confrontiamo questi 20 e 90 % dobbiamo ammettere che la realtà viene messa totalmente sottosopra e che i valori del matrimonio vengono considerati con criteri totalmente diversi l'uno dall'altro. Da un lato troviamo un profondo desiderio di armonia e schiettezza, dall'altro superficialità e tendenza ad allargare il proprio campo di libertà.
Questi dati ci mostrano chiaramente che la tendenza a cercare contatti extra-coniugali più radicata nell'uomo che nella donna.
Naturalmente questi valori non sono assoluti. Non vogliamo catalogare tutti gli uomini e tutte le donne, poiché se analizzassimo più profondamente i singoli casi, potremo trovare altre tendenze diverse dai risultati di questa inchiesta.
Molte persone si scandalizzano nell'apprendere delle scappatelle dell'uno o dell'altro coniuge. Come però già citato dovremmo dobbiamo ricordarci che l'adulterio non un fulmine a ciel sereno, o un fatto che ci piomba addosso da un istante all'altro, bensì la conseguenza protratta di un continuo comportamento sbagliato dell’uno o dell'altro coniuge.
L'allontanarsi dal/dalla coniuge ed il conseguente indebolirsi dei rapporti matrimoniali, fino a giungere alle relazioni extra-coniugali, sono generalmente il frutto di una lunga storia, incorniciata dalle più astruse sfumature.
Non esiste nessun siero capace di renderci insensibili agli stimoli ed all'attrazione dell'altro sesso, e nessun uomo o donna che possa esporsi alla pioggia senza bagnarsi. L'incontro con una irresistibile persona dell'altro sesso, può fare girare la testa anche al marito o alla moglie più risoluti, facendoli scivolare nell'adulterio.
Qui riscontriamo però una grande differenza tra coloro che, spaventati a causa dello scivolone preso, si dispiacciono profondamente per l'accaduto, per il loro atto di infedeltà e si pentono, mentre altri spudoratamente cercano di giustificare le loro infedeltà dicendo, che l'andare con altre donne o con altri uomini rinforza la loro fiducia in sé stessi e li aiuta a mantenere il loro matrimonio attivo.
Per il sano equilibrio della nostra vita, sia essa personale o coniugale, Dio ci ha dato la vocina della coscienza. La chiamo vocina, poiché per seguire i suoi consigli bisogna cercare di essere disciplinati, mentre invece ci vuole poco per calpestarla e ancora meno per cercare di ignorarla.
Anche se un uomo non conosce Dio, viene richiamato al buon senso proprio da quella voce che molti definiscono molesta. Essendo però molto più facile trascurarla che seguire i suoi consigli, dobbiamo ammettere che coloro che non vogliono essere fedeli al matrimonio, nonostante si comportino come eroi, sono persone non disposte a migliorare la propria vita coniugale e neppure la propria personalità.
Cosa spinge all'infedeltà
L'infedeltà nel matrimonio è generalmente il sintomo di una relazione coniugale molto più danneggiata di quanto si possa notare in superficie.
Vi presentiamo uno dei tanti esempi che seppure concerne il comportamento sbagliato di una moglie, potrebbe senz'altro e soprattutto essere anche quello di un marito.
Lei, una donna sulla cinquantina che spesso si lamenta del marito con la vicina di casa. Ad un'amica raccontava come il marito non è comprensivo. Critica giornalmente il comportamento del coniuge, la sua fisionomia, il suo modo di fare le cose, il suo abbigliamento, ecc. A tavola scambia occhiate ironiche con ii figlio.
Mi viene in mente un'espressione usata da Friedrich Nitsche: "Prima che egli rompesse il matrimonio, il matrimonio aveva rotto lui."
Un giorno quell'uomo incontrò la sua amica d'infanzia e dopo qualche incontro superficiale, i due giunsero al punto di avere relazioni intime. La moglie si sente ora tradita e profondamente ferita. Dà tutta la colpa dell’accaduto al marito, lui è l'unico colpevole della loro rovina matrimoniale. Il pensiero che il suo comportamento e le sue continue critiche abbiano letteralmente spinto ii marito nelle braccia di un'altra, non ha posto nella sua mente.
Qualunque sia ii motivo che ha spinto l'uno o l'altra all'infedeltà, nessuno dovrebbe essere il giudice del prossimo, bensì ognuno dovrebbe cominciare con l'analizzare sé stesso o sé stessa, particolarmente gli uomini.
Ogni infedeltà coniugale ha i suoi motivi particolari, e non raramente si tratta di strane opinioni che l'uno si fa dell'altra o viceversa.
Ci si fa dell'altro un'immagine sogno, si proiettano su lui o lei tutti i propri ideali, e le aspettative crescono fino al limite dell'impossibile. Ma l'idolo dei sogni non corrisponde alla realtà. Ben presto quell'immagine comincia a sbiadirsi, e l'ex-idolo viene reso (resa) responsabile del naufragio dei propri sogni.
Un fragile vaso...
Non dev'essere sempre qualcuno (una terza persona), ma anche qualcosa che diventa più importante del / della coniuge: il lavoro, un hobby, un'idea personale, il denaro, l'ammirazione degli altri, ecc.. È qui che la persona comincia a chiudersi in sé stessa, e si allontana dal coniuge al quale aveva promesso fedeltà.
Poiché il matrimonio una cosa delicata, un fragile vaso affidato ai due coniugi, è stato messo sotto la protezione del comandamento divino: "Non commettere adulterio!"
L'opera del sesto comandamento prende significato nella nostra vita, secondo a come rispondiamo alla chiamata dell'amore. È questo amore per noi un evento naturale, un semplice sentimento che nasce sotto la spinta di un bisogno personale, per poi sparire dopo essere stato soddisfatto?
Che lo crediate o no, nel matrimonio abbiamo a che fare con Dio. Guardata su base cristiana, la fedeltà del matrimonio è simile alla fede, simile alla fedeltà ed all'amore di Dio nei nostri riguardi. Quindi la buona riuscita di un matrimonio, dipende dall'amore che trova la sua espressione nella fedeltà, ed essere fedeli, vuol dire decidersi ogni giorno nuovamente per il / la coniuge.
La forza per fare questo passo stata messa in noi da Dio, dobbiamo essere solo volenterosi a migliorarci, disposti al perdono e gettare quotidianamente le basi per un nuovo inizio.
Questo amore e questa forza ci vengono dati da Colui che è l'amore, che ha fondato il matrimonio e sa che se siamo disposti, col Suo aiuto possiamo farcela.
Purtroppo esiste anche un metodo sicuro per far sì che un unico atto di infedeltà possa creare un baratro nella comunicazione tra coniugi. Questo metodo si chiama "sfiducia" ed è come un tarlo nascosto nel cuore, che rende il partner incerto del perdono, lo offende e lo umilia.
Dove non si riesce a perdonare realmente e fare un taglio netto con iI passato, i coniugi vivono in un isolamento sempre più freddo e vegetano dietro la facciata dell'istituzione del matrimonio.
II matrimonio può conservare la sua vitalità, solo dove la fiducia ed il perdono vengono attentamente curati.
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Fonte: © risorsecristiane.ch
Traduzione: Salvatore Farinato
Upload: Grazia Marano