Set 2024

Il matrimonio e le sue regole

Estratto dal libro di Walter Nitsche: "NOI DUE", guida al matrimonio.
Il matrimonio attraversa diverse fasi, nelle quali sono spesso richiesti l'esercizio e la pratica di quelle qualità particolari come, tatto, correttezza, cura e finanche pazienza. Ciò non vuol dire che l'amore iniziale sia sparito, bensì che esso viene messo alla prova. Ed e proprio sulla base di questo amore iniziale che attraversando le fasi belle e brutte della vita, il contatto di coppia si sviluppa, cresce e diventa sempre più stabile.

Amici e conoscenti
Amici e conoscenti fanno parte dello spazio individuale di entrambi i coniugi. È molto importante, quindi, che marito e moglie abbiano anche amici personali: la moglie le sue amiche e il marito i suoi amici.
Le cattive amicizie sono quelle che hanno un effetto distruttivo sulla vita di una coppia. Ci sono, ad esempio, delle amicizie femminili che formano una vera e propria alleanza contro gli uomini. In queste cerchie ci si sfoga, si brontola, si urla. È chiaro che questo comportamento riprovevole.

Un'amica non ha il diritto di distruggere la vita di una coppia.
È impensabile che un'amica venga preferita al marito. Un esempio: il marito si prende una sera libera per stare con sua moglie, ma lei non può, dato che viene a trovarla la sua amica (per tutta la sera, naturalmente). A un'amica degna di questo nome si deve poter dire in tutta tranquillità (se lei non lo capisce da sola) che, purtroppo, la serata in compagnia dev'essere rinviata perché si ha un «appuntamento» molto importante - col proprio marito.
Anche per il marito, però, gli amici possono essere una scusa per fuggire dalle delusioni, dalla noia o un modo per vendicarsi. Le vere amicizie, invece, sono quelle che arricchiscono e maturano il singolo, aiutandolo ad affrontare la vita. Questa evoluzione, quindi, va anche a vantaggio della vita coniugale. Le donne «siano maestre del bene» (Tito 2:3): quante amicizie preziose potrebbero nascere se si seguisse questo insegnamento della Bibbia!
Un marito non potrebbe che rallegrarsi di un'amicizia di questo genere, se la moglie avesse un'amica così, egli si guarderebbe bene dallo scoraggiare la relazione. Le amicizie distruttive, invece, vanno troncate al più presto.

Mancanza di tatto
Spesso i sentimenti negativi che si provano nei confronti del partner sono dovuti a una mancanza di delicatezza da parte sua. Il tatto è un'espressione dell'amore.
Se c’è l'amore, non può mancare la delicatezza. Essa ha un effetto balsamico sulla mancanza di riguardo egoista e distratto. Sviluppare la propria sensibilità, però, richiede fatica. Non serve a niente cercare di sopperire alla mancanza di tatto con le «buone maniere». Un atteggiamento di questo tipo non può durare. L’egoismo distratto non impiegherà molto a riapparire tra le pieghe della nostra «maschera del bon ton». Per sviluppare la propria delicatezza bisogna lottare giorno dopo giorno contro la comodità, la rabbia, gli sbalzi d'umore, eccetera.
Dare prova di tatto significa: ascoltare attentamente mentre l’altro parla senza sbirciare il giornale, la TV o altro; sapere usare le mani come si deve mentre si mangia e servire prima gli altri; andare in cantina al posto di qualcun altro; portare una borsa pesante per qualcuno; aiutare qualcuno ad indossare il cappotto; aprire la porta e cedere il passo agli altri. La delicatezza fa sì, inoltre, che (contrariamente al tempo di Lutero) si eviti di «digerire in pubblico», che si chiuda la porta del bagno o che non si lascino in giro per casa i calzini sporchi. È il tatto che vi spinge a presentare vostra moglie quando incontrate un conoscente e a farle i complimenti per il buon pranzo che vi ha preparato. È sempre il tatto che vi dice di aiutare vostra moglie (almeno) a sparecchiare, di portare voi il bimbo in braccio, e, a teatro, di cederle il posto libero migliore. È sorprendente vedere come in molte comunità cristiane regni, proprio a questo proposito, la più assoluta mancanza di tatto.

Il matrimonio di lavoro
Un'ulteriore deviazione della vita di coppia è il cosiddetto «matrimonio di lavoro». Paolo (Efesini 5:16) ci dice di «approfittare delle occasioni». Ciò, tuttavia, non significa che le otto ore lavorative del marito siano sprecate. Si tratta semplicemente di sfruttare bene il tempo a nostra disposizione, cioè di stabilire delle priorità.
Anche se i due coniugi sono spesso costretti a prendere strade diverse, anche se una certa divisione dei compiti è indispensabile, il matrimonio resta una comunità e, come ogni comunità, ha bisogno di tempo per scambiare opinioni, per comunicare e ascoltare.
Purtroppo, spesso sono proprio le coppie cristiane a trovarsi intrappolate in un'abitudine piuttosto «malsana». I figli di queste coppie sono obbligati ad assistere all’attività frenetica dei genitori, al loro nervosismo, ai loro «pii» impegni serali quotidiani e agli inviti con i quali si provvede a colmare il «tempo libero», tanto per non morire di noia (il che significa che questi coniugi non sono più capaci di godere della vita in comune e che non sanno più stare soli).
Queste coppie dovrebbero essere abbastanza oneste con se stesse e accettare il fatto che l'obbligo continuo di «fare qualcosa» e di «correre qua e là» sono dei nemici giurati della vita di coppia e della vita familiare.

Nel suo libro, Walter Nitsche affronta i problemi coniugali in modo molto concreto, indicando chiaramente la via per fare del matrimonio un duetto e non un duello.•

  • Fonte: © Schwengeler-Verlag, Berneck
  • Autore: Walter Nitsche
  • Upload: Stefano Marano