Le preoccupazioni non diminuiscono quando ci si preoccupa. Sembra piuttosto che crescano quando si affrontano. Crescono letteralmente e portano alla luce fatti sempre più schiaccianti per dimostrare che c'è motivo di preoccuparsi.
Eppure gli studi hanno dimostrato che oltre il 90% dei timori sono del tutto infondati! Ci sono persone che hanno una grande forza per sopprimere le preoccupazioni o togliere il vento dalle vele con argomenti logici. E c'è anche chi si affida completamente a Dio con serenità.
Le preoccupazioni ci fanno invecchiare, ci tolgono il sonno, ci tolgono la gioia, ci fanno ingrigire i capelli e possono persino farci ammalare! In realtà dovrebbero essere spente. Non portano a nessuna soluzione! Ma come funziona esattamente?
La preoccupazione non sembra essere un fenomeno moderno. Gesù diceva già 2000 anni fa che dovremmo lasciare le preoccupazioni a qualcuno che vuole prendersi cura di noi. E cita i passeri che allora venivano messi in vendita per pochi centesimi. “Nessuno di loro cade dal cielo senza che Dio lo sappia” (traduzione libera di Matteo 10:29). Quest’affermazione mi rassicura? No, perché non so se sono io il passero che cade!
Infine, ho avuto la seguente conversazione con una coppia di coniugi. La moglie descriveva con emotività ed in modo dettagliato il suo dolore per il fatto che il marito minimizzava sempre le sue preoccupazioni. Mentre parlava, il marito continuava a fare dei cenni per negare. Ho capito cosa stava cercando di dire: “Mia moglie sta esagerando! Non è così tragico. In realtà non c'è nulla di cui preoccuparsi”.
Quando la moglie si accorse dei cenni del marito reagì irritata: “È sempre così. Non mi prende sul serio”. “Il più delle volte anche le tue paure non si concretizzano”, replicò lui. “Esageri tutto”. La donna cominciò a piangere.
“Come reagisce sua moglie quando le racconta le sue preoccupazioni?”, volevo sapere. “Le mie preoccupazioni le tengo per me. Quando mi confido con lei, pensa che sia tutto così brutto e costruisce tutti gli scenari peggiori in modo che poi non riesco a dormire”.
“E cosa l‘aiuterebbe?”, chiesi. “Dormirci sopra per una notte. Domani le cose potrebbero essere diverse”. Queste sono le parole che dico a me stesso - e a lei - quando è così preoccupata. Ma poi non si sente capita e pensa che non la prenda sul serio”.
Le preoccupazioni vengono affrontate in modo diverso
Una persona cerca di minimizzare le preoccupazioni. Per quanto possibile, le prende alla leggera e aspetta. In questo modo si tranquillizza da sola. Un proverbio afferma che ”il diavolo non è mai così brutto come lo si dipinge“. Questo gli rende la vita più facile. Perché se dovesse succedere qualcosa di veramente brutto, non si è lasciato appesantire da tante altre cose che non si sono realizzate.
Un'altra persona invece si preoccupa molto. I pensieri sono presi da mille possibilità di come la fine di questa preoccupazione potrebbe diventare realtà. La visualizza senza volerlo. È come se la preoccupazione gli dicesse: “Continua a pensare! Solo quando saprai tutto troverai la pace”.
Sia il reprimere, il “prendere le cose alla leggera”, sia l'essere intrappolati nella preoccupazione hanno lo stesso risultato: alcune preoccupazioni represse diventano realtà, mentre alcune preoccupazioni temute non si concretizzano mai grazie alla bontà di Dio
Quando il Signore Gesù ci chiede di non preoccuparci, non si riferisce solo a colui che si preoccupa, ma anche a colui che è in grado di affrontare meglio le preoccupazioni. Vuole indicarci con amore che c'è uno che muove le nostre preoccupazioni, che conosce le nostre paure e che ci tende la mano dicendo: “Vai avanti, voglio prendermi cura di te, qualunque cosa ti preoccupi. Camminerò con te in tutto ciò che è difficile, anche se il passero cade dal tetto”.
Quanto è bello quando nel matrimonio si va incontro l’uno all‘altra con amore nonostante le differenze e ci s’incoraggia vicendevolmente a guardare a colui che afferma di volersi prendere cura di noi. Allora il coniuge che lo trova più facile può riporre la sua fiducia in Dio e dire a chi si preoccupa: “Mi addolora quanto ti preoccupi. Prego per te che Dio stenda le sue mani su di te. Credo per te e con te che Dio ti porterà avanti, a prescindere da come andranno le cose”. E la persona ansiosa può scegliere il posto giusto per le sue preoccupazioni e riversare tutte le sue paure davanti a Dio. Come dice il Salmo 62: “Anima mia, acquietati in Dio solo, perché da Lui viene la mia speranza”. La persona ansiosa può diventare una persona che prega. Può portare a Dio ogni singola paura e consegnargliela, se necessario più volte..
Dio vuole che ci trattiamo l'un l'altro con amore, in modo che chi si preoccupa sperimenti questo: Qualcuno mi prende sul serio e porta le mie preoccupazioni a Dio. E che la persona più fiduciosa sappia che è Dio a darmi questa fiducia e serenità e non io perché sono così realista. È solo Dio che comprende pienamente le nostre preoccupazioni. Vuole che ci fidiamo di lui, sia gli ansiosi che i più fiduciosi. Perché alla fine non è nelle nostre mani, ma nelle sue, che le paure non diventino realtà.
Per riflettere:
Le preoccupazioni sono come un boomerang. Non appena lo abbiamo lanciato, ci ritorna indietro. Dobbiamo lanciarlo a qualcuno che lo trattenga.
Nota
Se Dio si prende cura di me, le mie preoccupazioni sono nelle mani migliori.