Feb 2025

Come trasformare il “cosa accadrebbe se…” in “anche se”!

Le preoccupazioni non aggiungono nulla alla vostra vita, anzi vi paralizzano. Ma cosa accadrebbe se sostituiste le domande “cosa accadrebbe se” con dei fiduciosi “anche se”? Potete imparare ad abbandonare le vostre paure e a confidare in Dio.
Gesù disse una volta: “E chi di voi può con la sua preoccupazione aggiungere un'ora sola alla durata della sua vita?”. (La Bibbia, Matteo capitolo 6, versetto 27).
L'autore e pastore J.D. Greear spiega: “La preoccupazione non aggiunge nulla alla vostra vita. Non vi rende più sani, non vi rende più felici e non ha la minima influenza sul fatto che qualcosa accada o meno. Questa è la differenza tra la vera preoccupazione e la semplice ansia: l’ansia porta all'azione e vi prepara meglio per il domani; la preoccupazione non può fare questo”.
Soprattutto se lottate con l'ansia, lo sapete fin troppo bene: “Le vostre esperienze con l'ansia sono una sfida, non una benedizione. Se poteste, ve ne liberereste immediatamente. La domanda non è tanto: “Dobbiamo preoccuparci? Sappiamo tutti che non aiuta e che non dovremmo farlo. Se si trattasse solo della mente, non avremmo problemi”. Ma le preoccupazioni hanno un modo di fissarsi nella nostra mente. Non basta semplicemente spiegarle, bisogna scacciarle.

Cosa accadrebbe se...
“Recentemente un'amica mi ha fornito un'espressione che coglie bene questa realtà”, ricorda J.D. Greear. “Mi ha raccontato di quanto fosse ansiosa dopo lo scoppio dell'epidemia di coronavirus, tanto da svegliarsi nel cuore della notte e non riuscire a riaddormentarsi. Quando le è stato chiesto cosa l'avesse aiutata, ha risposto: “Sostituisco le mie domande ‘cosa accadrebbe se’ con frasi ‘anche se’”.
Ha fatto riferimento alla storia di Shadrach, Meshach e Abednego nella Bibbia, nel libro di Daniele, capitolo 3: “Questi tre uomini si trovavano in una situazione davvero spaventosa: il re Nabucodonosor aveva minacciato di gettarli in una fornace ardente se avessero continuato ad adorare Dio. Sapevano cosa era giusto fare, ma non avevano alcuna garanzia da parte di Dio che li avrebbe salvati”.

Anche se!
Invece di chiedersi: “E se il re realizzasse la sua minaccia e noi perdessimo la vita?”, dissero a Nabucodonosor: “Anche se dovessimo morire, preferiremmo morire piuttosto che inginocchiarci davanti al tuo falso idolo”.
Shadrach, Meshach e Abed-nego sapevano che Dio poteva salvarli. J.D. Greear continua: “Alla fine, lo fece. Ma la bellezza di questa storia è la loro fiducia, indipendentemente dal risultato. Si può letteralmente sentirli dire a Nabucodonosor: “Guarda, non c'è nulla che tu possa farci che sia fuori dal controllo di Dio, e tutto ciò che passiamo è sotto la sua cura. Anche se ci getti nella fornace di fuoco, anche se moriamo, sappiamo che siamo nelle mani di Dio. E questo è il posto in cui vogliamo stare”.

Dio ha il controllo
Questi uomini hanno affrontato le loro preoccupazioni dei “e cosa accadrebbe se” con la fiducia del “anche se”. E questa fiducia deriva solo dalla certezza che Dio non è nessun altro che Dio.
J.D. Greear sottolinea quindi: “Dio ama tutti. Dio è onnipotente. Dio è onnipresente. E la cosa più bella è che Dio è con noi nella nostra sofferenza perché ha dimostrato il suo amore per noi morendo sulla croce”. Queste certezze reali “Dio è” trasformano le nostre preoccupazioni. Ci danno la forza di sostituire le nostre domande “cosa accadrebbe se” con affermazioni “anche se””!•

  • Testo: J.D. Greear / Daniel Gerber
  • Fonte: © Rivista Outreach / Traduzione in tedesco: Livenet.ch
  • Traduzione: Gabriella Mezzanotti
  • Upload: Stefano Marano

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