Le domande che seguono riguardano la validità dottrinale e l’autorità della Bibbia, e sono fondamentali. Perciò in questo capitolo si risponderà solo a 4 domande e più tardi si aggiungerà anche un’ampia appendice, data l’importanza di tale tematica.
DB1: La Bibbia è stata pur redatta da uomini e quindi tutto in essa è da considerarsi relativo. Come possiamo dire che essa proviene da Dio e che in essa tutto è vero?
RB1: Risponderemo a questa domanda sulla veridicità biblica ricorrendo ad un esempio particolare, che ha il vantaggio di essere matematicamente attendibile.
La Bibbia contiene 6408 affermazioni profetiche, di cui 3268 si sono finora adempiute, mentre le altre profezie riguardano eventi ancora futuri. Ogni predizione si è avverata proprio come era stata formulata.
Questo non si può dire di nessun altro libro al mondo. Dinanzi a noi abbiamo una verità – anche esprimibile matematicamente – che non ha uguali: come è possibile che tante profezie si adempiano a caso, cioè come è possibile che si sono adempiute senza l’intervento di Dio? Se pensiamo che la probabilità di vincere al lotto, cioè di »giocare« 3 numeri corrispondenti a quelli »estratti« in una »ruota« (terno) è di 1 su 11748, e che per vincere una quaterna (con quattro numeri) è di 1 su 511038, e per vincere una cinquina (cinque numeri) è di 1 su 43. 949. 268, si può facilmente immaginare che la probabilità che si adempiano a caso più di 3000 profezie è talmente bassa da risultare praticamente zero.
In base a queste considerazioni, possiamo trarre una sola conseguenza: le profezie sono di origine divina, non possono provenire da nessun uomo. Queste considerazioni, ci portano anche ad una conclusione che Gesù così sintetizza nella nota preghiera al Padre (spesso indicata erroneamente »preghiera sacerdotale «, mentre qui non si tratta di una funzione sacerdotale, cioè dell’espiazione dei peccati del popolo »La Tua Parola è verità« (Giovanni 17:17). La Bibbia quindi non può essere di origine umana, anzi »ogni Scrittura è ispirata da Dio« (II Timoteo 3:16). Dio ha adoperato uomini scelti, a cui ha dato le informazioni necessarie per noi, ed essi le hanno scritte per noi, senza per questo mettere da parte la loro personalità, la loro natura e i loro sentimenti. Altro materiale utile riguardante questa domanda, si trova in tre capitoli dell’appendice
»Questioni basilari sulla Bibbia«: I/1 sulla sua natura; I/2 sulla sua validità; I/3 sulle prove della sua veridicità.
DB2: Come posso verificare se la Bibbia dice la verità?
RB2: Se un evento fisico, formulato matematicamente, o se una reazione chimica scritta si verifichi o no in determinate condizioni, non può essere stabilito in una discussione, ma solo con un adeguato esperimento.
Contraria mente a tutti gli altri scritti delle ideologie e religioni, la Bibbia ci presenta dei metodi con cui la sua validità può essere verificata con un esperimento.
Chi non si contenta di ipotesi filosofiche, ma vuole pervenire ad un’autentica convinzione personale, è invitato ad un esperimento di cui Dio stesso si rende garante: »Questo libro della Legge non si diparta mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte, avendo cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto, poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai « (Giosuè 1:8).
Questo esperimento consta di tre fasi:
- Presa di coscienza dell’oggetto dell’esperimento: Prima di tutto, bisogna rendersi familiare il contenuto della Bibbia con una lettura intensiva.
- Esecuzione dell’esperimento: Nella seconda fase tutte le istruzioni acquisite vengono messe in pratica.
- Verifica dei dati sperimentali: Tutti gli uomini desiderano una vita fatta di successi nel matrimonio ed in famiglia, nella propria professione e nel tempo libero. Le domande rivolte ai »consiglieri« dei rotocalchi »rosa« costituiscono una probante testimonianza a
riguardo. Nessun consulente matrimoniale, però, nessun industriale e nessun esperto in politica dispone di una formula che garantisca il successo. Solo la Bibbia fornisce un certificato di garanzia per il successo e per un saggio comportamento.
Chi conduce fino in fondo questo esperimento, ottiene sempre risultati positivi. Non c’è né perdita né rischio, co me non esiste nessuna puntata o giocata perduta, ciò che invece avviene nel gioco del Lotto o quando si gioca in Borsa. Infatti chi punta sulla Bibbia, ha a che fare con Dio e quindi sarà sempre vincitore (ulteriori verifiche vengono presentate nell’appendice »Note sulla Bibbia, parte I punto 2, ›Sulla validità della Bibbia‹«).
DB3: Che cosa c’è nella Bibbia di diverso rispetto a tutti gli altri libri della letteratura mondiale?
RB3: La Bibbia si distingue per vari motivi da tutti gli altri libri al mondo, tanto da costituire un’Opera unica, originale ed ineguagliabile.
- Nonostante la sua origine millenaria, la Bibbia presenta una straordinaria continuità: la Bibbia è stata scritta nel corso di più di 1500 anni da circa 45 Scrittori di varia provenienza e professione. Tra di essi vi sono il laureato Mosè, il comandante Giosuè, il primo ministro Daniele, il gran coppiere Neemia, il re Davide, il pastore Amos, il pescatore Pietro, l’esattore Matteo, il medico Luca e Paolo, che tesseva stoffe per tende.
Le Scritture hanno avuto origine a volte in luoghi disabitati, come il deserto (Mosè), un carcere (Geremia), un palazzo (Daniele), in viaggio (Luca) o in esilio (Giovanni), e sono state accompagnate dai più svariati stati d’animo degli scrittori, come gioia ed amore, dolore e preoccupazione, povertà e disperazione.
Nonostante il fatto straordinario che sia stata composta nell’arco di secoli e nonostante la di versa estrazione sociale dei suoi autori, la Bibbia presenta una tematica unitaria, armoniosa. Gli Scrittori trattano centinaia di temi con sorprendente armonia e continuità.
Se alcuni uomini, senza l’intervento di Dio, avessero affrontato, durante varie epoche e con personalità molto di verse, tali temi, in base alla nostra esperienza, non ci sarebbe stata da aspettarsi alcuna unità. In particolare la dottrina riguardante Dio, come anche la storia dei Suoi rapporti salvifici con gli uomini, passa per tutta la Bibbia come un filo rosso.
- La Bibbia contiene tanti generi letterari come nessun altro libro (vedi B5S in Appendice, parte I). Mancano però quei testi in cui gli Autori non sono obbligati a dire la verità, come le fiabe, leggende, miti.
Scarse sono poi anche le caricature o esagerazioni, come quelle che troviamo nelle satire, leggende epiche o commedie.
- La Bibbia è improntata ad una notevole varietà.
E’ difatti un libro di fede, di legge e di storia. Fornisce i principi basilari a varie discipline e contiene migliaia di norme da applicarsi nelle più diverse situazioni.
E’ il migliore consulente matrimoniale ed indica quali debbano es sere i rapporti tra genitori e figli, con amici e nemici, con vicini e parenti, con gli stranieri, con gli ospiti e con quelli che hanno la nostra stessa fede (la questione è ulteriormente trattata in DB3). La Bibbia parla dell’origine del mondo e di ogni vivente, della natura della morte e della fine del mondo. Ci dà indicazioni sulla natura di Dio, del Padre, di Suo Figlio Gesù Cristo e sulle opere dello Spirito Santo.
- La Bibbia è l’unico libro che contiene profezie assolutamente degne di fede. Queste profezie sono di origine divina (I Samuele 9:9; II Samuele 24:11; II Pietro 1:20-21) e come tali non si trovano in nessun altro libro al mondo (neanche nel Corano e nelle previsioni dell’occultista francese Nostradamus). I periodi di tempo tra la trascrizione delle profezie ed il loro adempimento sono così lunghi che anche il critico più severo non può obiettare che le profezie sono state date soltanto dopo che gli avvenimenti avevano già avuto luogo.
- La cronologia biblica non ha uguali. La Bibbia si estende, con le sue narrazioni, dall’inizio del tempo (crea zione) fino alla fine del presente stato di cose (Apocalisse 10:6). Nessun libro fornisce qualcosa di certo sull’inizio del tempo ed è in grado di descrivere gli avvenimenti riguardanti la fine del tempo. La Bibbia quindi parla dell’eternità, cioè di quella realtà in cui la nostra conce zione del tempo non ha più alcuna validità.
- Nessuna affermazione della Bibbia si è dimostrata falsa. I riferimenti scientifici della Bibbia non sono dovuti mai essere rivisti in base ai risultati della ricerca scientifica, appunto. Vi sono numerosi esempi da cui risulta che le descrizioni bibliche riguardanti le scienze naturali sono state confermate dalla ricerca scientifica secoli dopo che sono state scritte (ad es. il numero delle stelle e la forma della terra).
- Nessun libro descrive gli esseri umani così realisticamente come la Bibbia. Nella Bibbia non vi sono esagerazioni da commediante, biografie ritoccate, come non vi è nessun eroismo glorificato che nasconda o veli gli aspetti negativi degli uomini. Vengono menzionati i peccati dei Patriarchi (Genesi 12:11-13), l’adulterio di Davide (II Samuele 11) ed i disordini nelle comunità cristiane (I Corinzi 1:11; II Corinzi 2:1-4).
- Come nessun altro libro al mondo, la Bibbia fa riferimento a fenomeni futuri, che, in base alle conoscenze del tempo, nessuno poteva supporre (ad es. laboratori spaziali, stazioni orbitali: Abdia 4) e contiene nel suo insegnamento situazioni che soltanto molti secoli dopo hanno avuto luogo (ad es. il consumo di droga: II Corinzi 6:16-17; manipolazione genetica: vedi la domanda DV10).
Già queste otto caratteristiche dimostrano che la Bibbia è un libro fuori dell’ordinario, a cui nessun altro libro può essere paragonato. Lo storico Philip Schaff mette in rilievo l’unicità della Scrittura ed afferma molto giustamente: »Questo Gesù di Nazareth ha conquistato senza danaro né armi più milioni di persone che Alessandro, Cesare, Maometto e Napoleone; senza scienza ed erudizione ha gettato più luce sulle cose divine ed umane di tutti i filoso fi e dotti messi insieme; senza retorica pronunziò parole di vita, come mai prima o dopo di Lui furono pronunziate, e ottenne risultati come nessun altro oratore o poeta. Senza scrivere Lui stesso un solo rigo, mise più penne in movimento e preparò materiale per più prediche, discorsi, discussioni, saggi, opere d’arte ed inni che tutti i grandi uomini dell’antichità e dei tempi moderni messi insieme«.
Se si può calcolare esattamente il numero delle parole (783.137) e delle lettere della Bibbia (3.566.480, secondo la Versione inglese King James), sono invece incalcolabili tutti i concetti espressi in essa. Non basta una vita per scoprire tutto il tesoro dei concetti contenuti nella Bibbia (Salmo 119:162). Noi possiamo quindi leggere spesso la Bibbia senza annoiarci. Con una tale lettura si scoprono nuovi filoni di pensiero ed i collegamenti tra i vari testi. Perciò perveniamo qui ad un’unica conclusione: la Bibbia è Punico Libro divino.
La sua veridicità è garantita e legittimata da Dio (Salmo 119:160; Giovanni 17:17).
DB4: Vi sono oggi nuovi messaggi che integrano la Bibbia? Dio non è più grande della Scrittura da parlare direttamente a qualcuno?
RB4: Dobbiamo distinguere tra due modi che Dio ha di parlare agli uomini: la Bibbia è valida in uguale misura per tutti gli uomini; nello stesso tempo è la guida divina nella vita di ciascun essere umano.
- Supplementi alla Bibbia? Quando ebbero origine gli Scritti biblici per mezzo di uomini chiamati ed autorizzati da Dio (vedi ad es. Geremia 1:5; Galati 1:12), sorsero anche dei falsi profeti con messaggi basati solo sulla loro autorità. Alla domanda, dunque, che ci facciamo an che noi, »Come riconosceremo la parola che l’Eterno non ha detto?« (Deuteronomio 18:21), Dio risponde fornendo un criterio decisivo per accertare la verità: »Quando il profeta parlerà in nome dell’Eterno e la cosa non succede e non si avvera, quella sarà una parola che l’Eterno non ha detta; il profeta l’ha detta per presunzione« (Deuteronomio 18:22).
Anche nel Discorso sul Monte Gesù mette in guardia gli ascoltatori dai falsi profeti e ci indica anche un modo per identificarli: »Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono a voi in vesti da pecora, ma dentro sono lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si colgono forse delle uve dalle spine o dei fichi dai triboli?
« (Matteo 7:15-16). L’Apostolo Giovanni non insiste di meno su questo peri colo: »Molti seduttori sono usciti per il mondo … Chi passa oltre e non dimora nella dottrina di Cristo, non ha Iddio« (II Giovanni 7:9).
Soltanto la Bibbia è rivelata da Dio. Dio ha parlato definitivamente mediante Suo Figlio (Ebrei 1:1) e non vi sono altre rivelazioni da fare (Apocalisse 22:18).
Non c’è più nulla da aggiungere alla Parola della Bibbia. Già al suo tempo Pietro metteva in guardia i lettori dalle »eresie« (II Pietro 2:1), che con le loro dottrine portano gli uomini alla perdizione. Le aggiunte e gli sviamenti nei confronti della Bibbia da parte di Joseph Smith (Libro di Mormon dei Mormoni), Yakob Lorbeer (Gioia della Nuova Rivelazione), Ch. T. Russel (Testimoni di Geova), J. G. Bischoff (Neoapostolici), M. Baker Eddy (Scienza Cristiana), ecc. non sono messaggi da parte di Dio, ma piuttosto deplorevoli labirinti di falsi maestri e seduttori. Dio non fa ulteriori rivelazioni, ma getta nuova luce su ciò che già ci ha comunicato abbondantemente nell’Antico e Nuovo
Testamento. La Bibbia resta dunque l’unica fonte autorevole di informazione ed il metro esclusivo con cui tutto deve essere verificato. Anche le affermazioni che oggi si fanno con la formula introduttiva »Il Signore mi ha detto« per conferire loro autorità, hanno bisogno di essere scrupolosamente verificate a motivo di quanto qui è stato spiegato.
- La guida individuale di Dio: Spesso vorremmo che in una determinata situazione Dio ci parlasse direttamente. Dio potrebbe farlo, ma questo non è il Suo metodo. Martin Lutero, Giovanni Wesley, Hudson Taylor o Billy Graham erano e sono rispettivamente noti uomini di Dio e hanno fatto cose straordinarie.
Si sono appellati alla Parola di Dio e da Lui hanno ricevuto l’impulso per la lo ro fruttuosa attività.
La nostra preghiera, »Signore, insegnami la tua via« (Salmo 86:11) fa sì che Dio operi nella nostra vita. Se ne può fare l’esperienza e solo nel proprio intimo la si può riconoscere come opera di Dio, ma questo avviene nel silenzio, senza che si percepisca fisicamente la voce di Dio.