DV - 11 Domande sulla vita e la fede

DV1: Perché viviamo sulla terra?

RV1: Noi esistiamo non perché siamo frutto di un processo evolutivo, ma perché Dio ha voluto creare l'uomo, La Bibbia non ci dice esplicitamente perché Dio ha creato l'uomo: perché Dio era solo? Perché gli piaceva creare? Perché Dio volle avere un ”dirimpettaio" o perché Dio volle creare esseri da amare? ln Genesi 1:26-27 veniamo comunque a conoscenza della volontà divina di creare l'uomo e della sua realizzazione: ”Poi Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza... E Dio creò l 'uomo a Sua immagine, lo creò ad immagine di Dio; li creò maschio e femmina". Deduciamo dunque da tutto questo che noi siamo esseri voluti da Dio. Noi non siamo né ”fannulloni cosmici" (F. Nietzsche) né ”zingari ai margini dell'universo" (J. Monod), né arrivisti provenienti dal regno animale, ma siamo frutto di un diretto intervento creativo di Dio. Perciò la Bibbia ci dice che siamo amati da Dio: ”Sì, Io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà" (Geremia 31:3); ”Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo Unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16). Questo versetto ci dimostra che siamo fatti per la vita eterna.

DV2: Qual è lo scopo della vita?

RV2: Noi uomini siamo gli unici esseri terreni che si chiedono quale sia lo scopo della propria vita. Tre questioni fondamentali ci preoccupano: Da dove veniamo? Perché viviamo? Dove andiamo? Molti ci hanno pensato. Il filosofo Hans Lenk di Karlsruhe sottolinea il fatto che non dobbiamo aspettarci nessuna risposta dalla Filosofia: ”La Filosofia raramente propone soluzioni definitive; è una materia problematica, senza sostanza né risultati conclusivi; per essa eventualmente una nuova problematica è molto più importante della risposta ad una domanda tradizionale". Lo scrittore Hermann Hesse ha scritto: ”La vita è senza scopo, crudele, stupida, e tuttavia splendida – non prende in giro gli uomini, ma non si cura degli uomini più di quanto si curi dei lombrichi". Simone de Beauvoir, la scrittrice francese dell'esistenzialismo ed atea, afferma senza alcuna speranza: ”Quale scopo ha mai la vita, se annienta radicalmente ed è annientata? Perché esiste? Tutto in fondo è senza scopo: la bellezza della vita, le azioni degli uomini, tutto. La vita è assurda". Anche scienze come la Psicologia, Biologia e Medicina non possono risponderci, perché la questione dello scopo della vita non rientra nei loro orizzonti.

Alcune persone credono che questo sia lo scopo della propria vita:

  • Vogliono fare del bene: molti coltivano questo interesse umanitario che non è specificamente cristiano. Fare il bene rientra certamente anche nei compiti del Cristiano (Galati 6:10;2 Tessalonicesi 3:13), ma chi fa una buona azione, non è per questo cristiano
  • Essi stessi si pongono degli scopi da raggiungere: gli sportivi cercano di ottenere titoli mondiali e medaglie d'oro; gli artisti cercano applausi sui palcoscenici di questo mondo.
  • Vogliono essere immortali: pensano così di sopravvivere nei loro figli o nella società ad esempio – per mezzo di fondazioni legate al loro nome. Altri desiderano essere immortalati in poesie, memorie o diari.

Dovremmo tener presente questo: ogni gloria umana è solo temporanea. Dopo la nostra morte, non ci serve più a niente, perché dove andiamo non avremo ”mai alcuna parte in tutto quello che si fa sotto il sole" (Ecclesiaste 9:6).
Se la nostra vita è stata creata da Dio, non può essere senza scopo, se è vissuta assieme a Dio, sotto la Sua guida.
Un cuore umano – anche il più ”fortunato" di questo mondo – rimane inquieto, vuoto ed insoddisfatto, se non trova pace in Dio. Perciò vogliamo sapere da Dio quale sia il fine che ci propone:

  1. Dio ci ha creato affinché pervenissimo alla fede. Senza la fede salvifica nel Signore Gesù Cristo noi siamo perduti. Per questo Paolo disse al carceriere di Filippi: ”Credi nel Signore Gesù e sarai salvato" (Atti 16:31). In questo senso ”Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi e pervengano alla conoscenza della verità" (1 Timoteo 2:4). E poiché questa salvezza è prioritaria per ogni uomo, il Signore Gesù disse prima di tutto al paralitico: ”I tuoi peccati ti sono rimessi!" (Matteo 9:2). Dal punto di vista di Dio la salvezza dell'anima è più importante della salvezza del corpo.
  2. Se siamo stati salvati, siamo al servizio del Signore: ”Servite il Signore con gioia!" (Salmo 100:2). Come seguaci di Gesù, la nostra vita deve essere tale da fare, a nostra volta, dei discepoli (Matteo 28:19).
  3. Ama il prossimo tuo come te stesso" (Matteo 22:39). Con questo Comandamento dell'amore Dio non ci rende responsabili di persone lontane viventi in Sud Africa o in Cile, ma di tutti quelli che sono qui ed ora legati a noi: il nostro coniuge, i nostri figli, i nostri genitori, i nostri vicini, i nostri colleghi di lavoro... La Bibbia dà per scontato che noi amiamo noi stessi; ebbene, dobbiamo dimostrare lo stesso amore a quelli che ci sono più vicini. Ciò che abbiamo indicato nei punti 2 e 3, è definito dalla Bibbia come il “frutto" della nostra vita. Contrariamente a tutti gli effimeri successi, è solo il frutto quello che rimane (Giovanni 15:16). Alla fine della nostra vita, Dio ci cerca e ci chiede cosa abbiamo fatto con i talenti affidatici (vita, tempo, denaro, capacità; Luca 19:11-27). Perfino il bicchiere d'acqua fresca che abbiamo dato nel nome di Gesù, ha una portata eterna (Matteo 10:42).

DV3: Come posso manifestare la mia fede nella vita di ogni giorno?

RV3: Chi sinceramente è divenuto un credente in Gesù Cristo, si accorge che la sua vita è cambiata. Tre sono le caratteristiche fondamentali di questa nuova vita:

  1. La rottura con il peccato: Dopo che con la conversione abbiamo ottenuto il perdono dei nostri peccati, cominciamo a vivere in un modo nuovo, che sostanzialmente non ha più nulla a che fare con il peccato. Come Cristiani nati di nuovo, noi non siamo senza peccato, ma ciò che prima era considerato normale, ora ci coglie di sorpresa, come se fosse un improvviso disastro. L'osservanza dei Comandamenti, che non sono considerati più semplicemente come proibizioni, ma come aiuti per vivere bene, disciplinerà opportunamente la nostra vita. Con questo nuovo orientamento, noi dimostriamo a Dio di amarLo (1 Giovanni 5:3), e siamo per gli altri come una ”lettera di Cristo" (2 Corinzi 2:2), che può essere letta da chiunque.
  2. Vivere ogni giorno per fede: Chi crede in Cristo e quindi ha familiarità con la Bibbia, vi trova istruzioni utili per tutti gli aspetti di questa vita, di cui più giù diamo alcuni esempi. Ed in questa parte, che si occupa degli aspetti terreni della fede, sono particolarmente utili i libri dei Proverbi e dell'Ecclesiaste. Troviamo consigli per noi come individui (a) e per i nostri rapporti con gli altri (b):

a) Per l'individuo:

-  corpo (Romani 13:4;1 Corinzi 3:17; 1 Corinzi 6:19)

-  mangiare e bere (Proverbi 23:20)

-  modo di alimentarsi prima del peccato (Genesi 1:26)

-  modo di alimentarsi dopo il Diluvio (Genesi 9:3-4; 1 Corinzi 8:8; Colossesi 2:16; 1 Timoteo 4:3-5)

-  sonno (Salmo 4:9; Proverbi 6:6-11; 20:13; Ecclesiaste 5:11)

-  lavoro necessario (Esodo 20:9-11; 23:12; Proverbi 6:6-1; 14:23; 18:9; 21:25; Ecclesiaste 3:13; 10:18; 11, 2 Tessalonicesi 3:10)

-  il lavoro come principio di vita (Ecclesiaste 2:3-11)

-  il salario dei lavoratori (Isaia 65:23; Geremia 22:13; Luca 10:7)

-  tempo libero (Proverbi 12:11b)

-  soldi e beni (Ecclesiaste 4:6; 1 Timoteo 6:6-8; Ebrei 13:5)

-  aspirazioni puramente terrene, imprese terrene (Ecclesiaste 2:2-11)

-  proprietà (Matteo 6:19; Proverbi 10:22)

-  ricchezza (Proverbi 11:28; 13:7; 14:24; Ecclesiaste 5:18)

-  edilizia (Salmo 127:1; Geremia 22:13)

-  sport (1 Corinzi 9:24-25; 1 Timoteo 4:8)

-  preoccupazioni (Salmo 55:23; Proverbi 12:25; Filippesi 4:6; 2 Timoteo 2:4; Pietro 5:7)

-  sesso nel matrimonio (Proverbi 5:18-19; Ecclesiaste 9:9; 1 Corinzi 7:3-6)

-  sesso al di fuori del matrimonio (Proverbi 5:20-23; 6:24-32; Geremia 5:8-9; Ebrei 13:4-6)

-  peccato (Genesi 4:7; Salmo 65:4; Lamentazioni 3:39; Giovanni 20:23; 1 Giovanni 1:9; 5:17; Ebrei 12:1)

-  alcool (Salmo 104:15; Proverbi 23:30-35; 20:1; Efesini 5:18; 1 Timoteo 5:23)

-  linguaggio (Salmo 119:172; Proverbi 12:14,22; 14:4; 18:20-21; 25:11; Efesini 5:19; Colossesi 4:6; Giacomo 1:19; Ebrei 13:16)

-  prova (1 Pietro 1:6-7; Giacomo 1:2,12)

-  coscienza che condanna (1 Giovanni 3:20)

-  ira (Efesini 4:26)

-  tempo (Luca 19:13b; 1 Corinzi 7:29; Efesini 5:16)

-  sentimenti (Filippesi 2:5)

-  sogni (Ecclesiaste 5:6-7)

- allegria e gioia (Salmo 118:24; Proverbi 15:13; 17:22; Filippesi 4:4; 1 Tessalonicesi 5:16)

-  fare del bene a sé stessi (Matteo 22:39)

-  giusto peso (Proverbi 11:1,24; 20:10)

-  la propria filosofia o religione (Proverbi 14:12)

-  gioventù (Salmo 119:9; Ecclesiaste 11:9; 12:1)

-  vecchiaia (Salmo 71 :9)

-  morte (Giobbe 14:5; Salmo 88:4; Ecclesiaste 8:8)

 Come comportarsi in caso di:

-  malattia: (Ecclesiaste 7:14; Giacomo 5:14-16)

-  bisogno (Salmo 46:2; 50: 15; 77:3; 73:21-28; 107:6-8; Filippesi 4:19)

-  depressioni (Salmo 42:6; 119:25)

-  paura degli uomini (Salmo 56:12; 1 18:6-8; Proverbi 29:25)

-  infelicità (Isaia 45:7; Lamentazioni 3:31-37; Amos 3:6)

-  attività quotidiane (Ecclesiaste 9:10; Colossesi 3:7)

-  dare (Proverbi 11:24-25; Ecclesiaste 11:1; Malachia 3:10; 2 Corinzi 9:6-7)

-  garanzie (Proverbi 6:1-3; 11:15; 17:18)     

-  pegni (Esodo 22:25-26)

- ricerca di direttive (Salmo 37:5; 86:11; 119:105)

-  sofferenze per la giustizia (1 Pietro 3:14) 

-  false dottrine (Colossesi 2:8; 2 Pietro 3:17; 1 Giovanni 4:6)

-  progetti (Ecclesiaste 9:10; Filippesi 4:13; Colossesi 3:23)

 

b) Indicazioni per i rapporti con gli altri:

-  coniuge (Efesini 5:22-28; 1 Pietro 3:1-7; Ebrei 13:4)

-  figli (Deuteronomio 6:7; Proverbi 13:1; Efesini 6:4; Colossesi 3:21; 1 Timoteo 3:12)

-  genitori (Esodo 20:12; Proverbi 6:20; 30:17; Efesini 6:1-3)

-  amici (Michea 7:5)

-  una moglie timorata di Dio e virtuosa (Proverbi 12:4a; 31:10-31)

-  una moglie litigiosa e indisciplinata (Proverbi 11:22; 12:4b; 21:19)

-  nemici (Proverbi 25:21-22; 30:17; Matteo 5:22, 44; Romani 12:14)

-  gente cattiva (Proverbi 1:10; 24:1-2; 1 Pietro 3:9)

-  gente dissennata (Proverbi 9:8; 23:9)

-  credenti (Romani 12:10; Galati 6:2,10b; Efesini 4:32; Filippesi 2:4; 1 Pietro 3:8-9)

-  non credenti (Matteo 10:32-33; Atti 1:8; Colossesi 4:5; 1 Pietro 2:12,5)

-  consiglieri (Proverbi 15:22)

-  il prossimo (Matteo 22:39; Galati 6:10a; 1 Giovanni 4:17-18)

-  predicatori (Ebrei 13:7)

-  malati (Matteo 25:36; Giacomo 5:14-16)

-  medici e medicine (Matteo 9:12; 1 Timoteo 5:23)

-  forestieri e ospiti (Matteo 25:35; Romani 12:14; Ebrei 13:2)

-  poveri (Proverbi 3:27; 19:17; Matteo 25:34-40)

-  erranti (Giacomo 5:19)

-  falsi dottori (1 Giovanni 4:1-3; Giuda 23)

-  dubbiosi (Giuda 22-23)

-  vedove (1 Timoteo 5:3; Giacomo 1:27)

-  gli allegri o i tristi (Proverbi 17:22; Romani 12:15)

-  persone anziane (Levitico 19:32; Proverbi 23:22; 1 Timoteo 5:1)

-  morti (Ecclesiaste 9:5-6)

b) Indicazioni per i rapporti:

con la comunità (Atti 2:42; Ebrei 10:25)

con la creazione (Genesi 1:28)

con lo Stato (Matteo 22:21; Romani 13:1-7; 1 Pietro 2:13)

con Israele (Zaccaria  2:12)

 

  1. Nel mondo, non del mondo: Così il Signore Gesù ha sinteticamente descritto l'ambiente in cui vivono i credenti: „Perché non siete del mondo, ma Io vi ho scelti in mezzo al mondo, perciò vi odia il mondo" (Giovanni 15:19). Chi crede in Gesù, vive certamente anche in questo mondo come tutti gli altri, ma il suo comportamento, in base a quanto affermato nel punto 2, ha una dimensione eterna, che influenza il suo rapporto con Dio Padre, con il Suo Figliuolo, e la sua vita spirituale:

a) II rapporto con Dio e con Gesù Cristo:

-   amare Dio (Deuteronomio 6:5; Salmo 32:24; Matteo 22:37)

-   conoscerLo (Salmo 46:11 )

-   credere in Lui (Ebrei 11:6)

-   pensare a Lui (Proverbi 3:5-6; Ecclesiaste 12:1)

-   osservare i Suoi Comandamenti (Ecclesiaste 12:13; Michea 6:8)

-   ringraziarLo (Salmo 107:8; Efesini 5:20; Colossesi 4:2)

-   lodarLo (Salmo 103:1-2; Efesini 5:19b)

-   cantare a Lui (Salmo 68:4; 96:1)

-   invocarLo (Salmo 50:15)

-   pregarLo (Matteo 4:10b)

-   accostarsi a Lui (Giacomo 4:8)

-   amare il Signore Gesù (Giovanni 21:16; 2 Corinzi 5:6; 2 Timoteo 4:8)

-   invocarLo (Atti 7:58; Romani 10:13)

-   lodare Gesù (Apocalisse 5:12)

-   accettarLo (Giovanni 1:12)

-   credere in Lui (Marco 16:16; Giovanni 11:25-26; Atti 16:31; 1 Giovanni 3:23)

-   conoscerLo di più (Efesini 4:13)

-   esserGli ubbidienti (2 Corinzi 10:5; 1 Pietro 1:22)

seguirLo (Luca 14:27,33)

servirLo (Efesini 6:7)

avere comunione con Lui (Giovanni 15:2; 1 Corinzi 1:9; 11:23-29; 1 Giovanni 1:3)

-   rimanere in Lui (Giovanni 15:4)

pregare nel Suo Nome (Giovanni 14:13-14; Atti 7:58; Efesini 5:20)

b) Comportamento ed attività spirituale:

dare la priorità assoluta al Regno di Dio (Matteo 6:33; Colossesi 3:2)

-   produrre frutto (Salmo 126:5-6; Luca 19:13)

-   produrre i frutti dello Spirito (Galati 5:22; Efesini 5:9)

-   farsi tesori in Cielo (Matteo 6:20)

-   propagare la Parola di Dio (2 Corinzi 5:20; Colossesi 1:8)

are ciò che piace a Dio (Efesini 5:10; 1 Tessalonicesi 2:4)

-   predicare il Vangelo (Matteo 28:19-20; Filippesi 1:27; 1 Timoteo 6:12)

coltivare la comunione con i credenti (Matteo 18:20; Atti 2:42)

-   vivere in santità (1 Tessalonicesi 4:3; 2 Tessalonicesi 2:13; Ebrei 12:14)

usare molto la Bibbia (Giosuè 1:8; Salmo 119:162; Colossesi 3:16)

avere scopi spirituali (Salmo 39:4; Filippesi 3:14).

 

DV4: Ho spesso dei sogni ricorrenti che mi opprimono. Che cosa devo pensare di questi sogni?

RV4: Vi sono tre specie di sogni:

  1. Sogni che provengono da Dio: La Bibbia riporta alcuni sogni, in cui Dio ha parlato con uomini (ad es. Giuseppe, Matteo 1:19-25). Chi ha sognato, ha conosciuto
    Dio come Colui che può comunicare direttamente con le Sue creature (ad es. Salomone: 1 Re 3:5-15; Daniele cap. 7), oppure Dio ha mandato un interprete del Suo messaggio (ad es. Giuseppe interpretò in carcere i sogni del panettiere e del coppiere: Genesi 40). I sogni in cui Dio ci parla si riconoscono dal fatto che né ci opprimono né ci spaventano; si riveleranno molto utili per affrontare le varie circostanze della nostra vita. Tuttavia tali messaggi divini sono riservati a situazioni eccezionali.
  1. Sogni senza senso: La maggior parte dei sogni sono fugaci e non ci dicono niente, come è messo in rilievo in Giobbe 20:8, ”Se ne volerà via come un sogno e non si troverà più (la fama degli empi); dileguerà come una visione notturna". L'attuale prassi di cercare significati nei sogni è da riprovarsi: ”Gli indovini vedono menzogne, i sogni mentiscono" (Zaccaria 10:2). Anche nel libro apocrifo dell'Ecclesiastico 34:1-8 troviamo un’utile considerazione: ”Speranze vane e fallaci sono proprie dell'uomo insensato, i sogni danno le ali agli stolti. Come uno che afferra le ombre e insegue il vento, così chi si appoggia ai sogni. In sogno non vedi le cose, ma solo un riflesso, invece di una persona hai davanti la sua immagine... Oracoli, auspici e sogni sono cose vane, come vaneggia la mente di una donna in doglie. Se non sono inviati dall'Altissimo in una Sua visita, non permettere che se ne occupi la tua mente. I sogni hanno indotto molti in errore, hanno deviato quanti avevano in essi sperato".

  2. Sogni come esperienze non assimilate: Dall'inconscio che è sottratto alla volontà e all'intendimento conscio, possono sorgere dei sogni le cui cause hanno certamente a che fare con la vita: paure non superate, una colpa non confessata, un’esperienza non superata (ad es. i ricordi della guerra, paura dell'esame, crisi matrimoniale). A questo tipo di sogni si riferisce la domanda. E’ possibile liberarsi di tali sogni con la cura pastorale. Siccome si tratta per lo più di un senso di colpa, l'esperienza del perdono è la cura più indicata in questo caso.

DV5: Che cosa è il peccato?

RV5: Prima che la Bibbia menzioni la parola ”peccato", ci mette dinanzi agli occhi la storia del mondo (Genesi 3:1-13). Non si occupa prima della teoria e poi dei fatti, ma invece prima dei fatti e poi della questione di principio. Il peccato fece dunque il suo ingresso nel mondo per mezzo di questa domanda tentatrice: ”Come? Iddio vi ha detto...?" (Genesi 3:1). Il peccato è quindi un'azione che è contraria alla volontà di Dio. Un ottimo specchio della propria peccaminosità è costituito dai Dieci Comandamenti (Esodo 20:1-17) e dal Discorso sul Monte (Matteo 5-7). Se qualcuno vive senza la Parola di Dio, non conosce la Sua volontà è quindi vive automaticamente e permanentemente in peccato. Ora, la prima parola che nella Bibbia indica il peccato (in ebraico chattah) in Genesi 4:7, alla lettera significa ”mancare il bersaglio", ed in greco viene tradotta con il termine hamartìa. Altri significati della parola ”peccato" sono deviazione, distorsione (in ebraico awon), male, malvagità (in ebraico ra'ah), violenza (in ebraico chamas), ingiustizia (in ebraico resha'a). Già la semplice mancanza di equità è peccato: ”Guai a colui che costruisce la sua casa senza giustizia" (Geremia 22:13). Ed ecco la definizione di peccato secondo il Nuovo Testamento: “Tutto quello che non viene da convinzione è peccato" (Romani 14:23). H. Bezzel ha attribuito la denatalità al peccato stesso. In Giovanni 16:9 Gesù identifica il peccato dell'umanità con il fatto che l'umanità non ha il giusto rapporto con Lui: “… perché non credono in Me.” Il Peccato è la grande frattura nel rapporto tra Dio e l'umanità. Chi non passa attraverso la conversione ed il perdono (1 Giovanni 1:9), subisce inesorabilmente le conseguenze di una vita senza scopo: „II salario del peccato è la morte (eterna)" (Romani 6:23). Per molte persone la salute è al primo posto nella loro scala dei valori, ma non si curano della malattia peggiore: il peccato, la malattia mortale.

DV6: Secondo la Bibbia, un uomo ed una donna non sposati legalmente possono vivere assieme? E quando due sono sposati? Dopo la decisione dei due di voler vivere assieme? Dopo il primo rapporto sessuale? Dopo la cerimonia in comune o in chiesa?

RV6: Per chiarire una tale questione che viene sempre proposta ai giorni nostri, bisogna tener presenti 5 indicazioni che ci vengono dalla Bibbia. E prima di tutto ci rifacciamo al principio biblico di interpretazione, secondo cui la soluzione di un problema non dipende da un solo versetto, ma dal contesto di più affermazioni fondamentali (si vedano PS e P6 in Appendice, parte seconda).

  1. Matrimonio e sessualità: Dio ha istituito il matrimonio nel contesto della Creazione. È stata Sua l'idea: ”Non è bene che l'uomo sia solo; Io gli farò un aiuto che gli sia convenevole" (Genesi 2:18). Si tratta della costituzione di una società permanente (Matteo 19:6), che, secondo la formula che di solito si usa nella cerimonia, vale ”finché morte non vi separi". Sin da quando istituì questa società fatta di un uomo e di una donna, il Creatore ha detto: „Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne" (Genesi 2:24). Quello ”essere una sola carne" si riferisce alla costituzione di una società stabile. Questa formula si riferisce a tutto l’essere umano, compresi quindi l'anima e lo spirito. Due esseri umani, con due modi di vivere finora diversi, costituiscono la più stretta società che vi sia. Diventano una sola cosa nei loro sentimenti e pensieri, come nei rapporti spirituali e fisici. La sessualità è un dono di Dio, ed il rapporto matrimoniale, dal punto di vista biblico, non serve solo alla procreazione dei bambini: ”Non vi private l'uno dell'altro, se non di comune consenso, per un tempo, al fine di darvi alla preghiera" (1 Corinzi 7:5); “Sia benedetta la tua fonte e vivi lieto con la sposa della tua giovinezza. Cerva d'amore, capriola di grazia, le sue carezze ti inebrino in ogni tempo, e sii del continuo rapito nell'affetto suo" (Proverbi 5:18-19); ”Godi la vita con la moglie che ami" (Ecclesiaste 9:9).
    La Bibbia ci indica il retto uso della sessualità. Essa si distingue nettamente sia dalla ritrosia (Cantico 4) sia dalla voluttà (Geremia 5:8); l'amore ed il rispetto sono fattori determinanti in ogni matrimonio (Colossesi 3:19; 1 Pietro 3:7)
  1. Matrimonio e comunità come istituzioni divine: In questo mondo vi sono varie forme di società umane, tra cui il matrimonio e la famiglia, la comunità e lo Stato (Romani 13:1-7), che sono secondo la volontà di Dio. Tuttavia la Comunità o Chiesa di Gesù Cristo ed il matrimonio sono due particolari istituzioni di Dio e quindi, contrariamente all'opinione corrente, non sono affatto invenzioni umane. Perciò entrambe queste società sono messe in discussioni in un mondo senza Dio (1 Timoteo 4:3; Apocalisse 2:9). Dalla Creazione in poi non c'è stata società senza matrimonio. Non è un‘istituzione sorpassata né lo sarà mai, malgrado le mode anti-matrimoniali, e sopravvive malgrado gli errori degli uomini, perché si basa sulla cura che Dio ha per l'umanità. Per questo, secondo l'affermazione dello stesso Gesù, la Chiesa non può essere sopraffatta dalle “porte dell'Inferno" (Matteo 16:18).
  2. Il matrimonio come allegoria: La Bibbia descrive spesso la fede ed il rapporto tra Dio e l'umanità come, se fosse un rapporto matrimoniale – ”Come un giovane sposa una vergine... come la sposa è la gioia dello sposo, così tu sarai la gioia del tuo Dio" (Isaia 62:5). Perciò il matrimonio è stato scelto per essere un'allegoria (in greco mysterion, cioè mistero) del rapporto di Cristo con la Sua Chiesa: “come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato sé stesso per lei... allo stesso modo anche i mariti devono amare le loro mogli" (Efesini 5:25-28). La Parola di Dio ci dice di questa analogia – “Questo mistero è grande" (Efesini 5:32). Già in base al fatto che il matrimonio è un'allegoria dell'eterna comunione tra il Cristo e la Chiesa è evidente che il matrimonio è una società che dura per tutta la vita. Ogni divorzio costituisce quindi una caricatura del concetto divino di matrimonio e ne distrugge il carattere allegorico. È quindi comprensibile la posizione rigida di Gesù sulla questione del divorzio (Matteo 19:6-9).
  3. La prostituzione come allegoria: Se un matrimonio basato sull'amore e la fedeltà è l'immagine del rapporto di Dio con il Suo popolo, la Bibbia presenta l'allontanamento da Dio e l'adorazione di dèi stranieri ed idoli come divorzio o prostituzione: „Hai tu veduto quello che l'infedele Israele ha fatto? È andata sopra ogni alto monte e Sotto ad ogni albero verdeggiante e lì si è prostituita... Col rumore delle sue prostituzioni Israele ha contaminato il Paese ed ha commesso adulterio con la pietra e col legno" (Geremia 3:6,9); „lo ho visto le tue abominazioni, i tuoi adulteri, i tuoi nitriti, l'infamia della tua prostituzione sulle colline e per i campi" (Geremia 13:27).
  4. Che cosa è la prostituzione? Nel linguaggio del Nuovo Testamento sia la prostituzione che la fornicazione vengono indicate col termine pornéia, che ritroviamo nel termine “pornografia", oggi corrente. La parola “fornicatore" (in greco pornos) è usata da una parte per indicare sia gli adulteri sia gli omosessuali (ad es. , 1 Corinzi 6:9), dall'altra anche come termine generico per indicare ogni soddisfazione dell'istinto sessuale al di fuori del matrimonio istituito da Dio (ad es. 1 Corinzi 6:18; 1 Tessalonicesi 4:3). Questo concetto quindi comprende:

i rapporti sessuali pre-matrimoniali (Deuteronomio 22:28)

rapporto intimo con un 'altra donna che non sia la propria moglie (Levitico 18:20; Geremia 5:8-9; Matteo 5:32)

omosessualità (Genesi 19:5; Romani 1:26-27; 1Timoteo 1:10)

-   incesto (1 Corinzi 5:1)

rapporti sessuali con animali (Levitico 18:23).

Quelli che si danno alla prostituzione (fornicazione), sono severamente giudicati da Dio: “Né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti... erediteranno il Regno di Dio" (1 Corinzi 6:9,10); “lddio giudicherà i fornicatori e gli adulteri" (Ebrei 13:4); “Fuori i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna" (Apocalisse 22:15) – “fuori", qui significa che sono „dannati".

Conclusioni: Alla luce delle Scritture, possiamo dunque tranquillamente rispondere a questi interrogativi.

Vivere assieme senza essere sposati, come anche avere rapporti sessuali prima del matrimonio o, una volta sposati, al di fuori del matrimonio, secondo la Bibbia è prostituzione o fornicazione, e quindi chi Io fa è escluso dal Regno di Dio, a meno che gli interessati non abbandonino questa vita peccaminosa e si convertano (vedi Appendice, parte prima, punto 10).

Ma quando un uomo ed una donna sono sposati? Con il crescente allontanamento della gente dai Comandamenti di Dio, notiamo sempre più che persone non sposate si uniscono e vivono un rapporto ”para-matrimoniale", senza impegno alcuno. Costoro, comunque, non sono sposati, anche se alcuni non vedono nessuna differenza tra la loro convivenza ed un matrimonio. Al punto 5 abbiamo già detto come Dio giudica tali rapporti.

In base alla testimonianza della Bibbia, quindi, noi sosteniamo che il matrimonio non ha inizio:

se una coppia ha intenzione di passare la vita assieme: Giacobbe voleva sposare Rachele; appena scaduti i previsti 7 anni prima del matrimonio, Giacobbe disse a suo suocero Labano: “Dammi mia moglie, poiché il mio tempo è trascorso, ed io andrò da lei" (Genesi 29:21). Ci si riferiva naturalmente al rapporto sessuale. Da tutto il contesto, dunque, si deduce che prima del matrimonio Giacobbe non aveva avuto rapporti sessuali con Rachele e che il matrimonio era valido solo da quando si celebravano pubblicamente le nozze.

se un uomo ed una donna hanno rapporti intimi: in Israele, se un uomo dormiva con una ragazza, doveva poi sposarla e, come allora si usava, doveva dare una somma di danaro al padre della ragazza. I rapporti intimi non erano permessi fino alla celebrazione ufficiale del matrimonio.

Il matrimonio quindi ha inizio, anche dinanzi a Dio, se un uomo ed una donna celebrano il loro matrimonio secondo il rituale ufficiale in uso nella comunità a cui appartengono.

Tale definizione scaturisce dallo studio di tutti gli esempi biblici concernenti il matrimonio. E qui si applica anche il seguente principio biblico di interpretazione: si deduce una dottrina da tutto un insieme di casi singoli. Questa definizione, dunque, si può applicare ad ogni più lontano gruppo sociale, che ha i suoi propri riti ufficialmente riconosciuti da tutti i suoi membri, come anche al nostro ambiente culturale con la sua istituzione dell'Ufficio di Stato Civile. In ogni caso, è importante che la gente del posto sappia in maniera inequivocabile ed ufficiale che lì due esseri umani si sono uniti in matrimonio. Essi quindi non sono più liberi di potersi unire ad altri. Difatti se un uomo guarda una donna sposata – oppure un uomo sposato guarda un'altra donna e viceversa –  col desiderio di possederla, secondo il discorso sul monte lui o lei diventa un adultero o un 'adultera (Matteo 5:28). Alla donna presso il pozzo di Giacobbe, Gesù disse che l'uomo che lei aveva non era suo marito (Giovanni 4:18). Se fosse stata sposata regolarmente, Gesù non avrebbe parlato così con lei. La Bibbia non stabilisce mai un rito del matrimonio, ma fissa un giorno a partire dal quale un uomo ed una donna sono da considerarsi marito e moglie, e cioè il giorno dal quale cominciano a vivere ufficialmente assieme. Al tempo di Abrahamo questo avveniva in modo diverso (Genesi 24:67) che al tempo di Sansone (sette giorni di festeggiamenti, Giudici 14:10-30) o al tempo di Gesù (le nozze di Cana, Giovanni 2:11 ). In Germania, come in altri Paesi, il matrimonio dinanzi all'Ufficiale di Stato Civile è considerato il rito con cui ha inizio il matrimonio – rito che, dal punto di vista biblico, vale anche come matrimonio dinanzi a Dio.

DV7: Credere non è conoscere; dunque, come potete presentare la fede come qualcosa di certo?

RV7: Molti pensatori si sono occupati di fede. Tra loro troviamo le più diverse posizioni, che però non sono frutto di pensatori neutrali, ma riflettono particolari punti di vista?

Punto di vista critico. L' ateo Theo Löbsack ha fatto quest'affermazione: ”La fede dipende dai preconcetti e non accetta le informazioni della scienza, se questa contraddice tali preconcetti. La fede quindi è in fondo anche il nemico mortale della scienza". Anche Kant si esprime criticamente in questo senso: “Ho dovuto rinunciare alla conoscenza per ottenere la fede". Con tali affermazioni è divenuto il pioniere di varie scuole filosofiche, che hanno posizioni diametralmente opposte alla fede. La scritta su un muro della Nuova Scuola Superiore a Norf presso Neuss, “Non fidarti di chi ha il suo dio in cielo", è la conseguenza fondamentale del razionalismo.

Punto di vista positivo. Dal più grande fisico di tutti i tempi, Isacco Newton, viene questa affermazione: “chi medita poco, non crede in Dio; chi invece medita sul serio, deve credere in Dio". Qualcosa di simile lo ha detto anche il famoso matematico Blaise Pascal: ”Come tutte le cose parlano di Dio a quelli che Lo conoscono e Lo rivelano a quelli che Lo amano, così Lo nascondono a tutti quelli che non Lo cercano e non Lo conoscono".

Entrambe queste posizioni mettono in evidenza il fatto che la fede non è un aspetto dell'ignoranza, ma dipende piuttosto solo dal proprio atteggiamento personale. E tale atteggiamento si modifica non per mezzo della riflessione filosofica, ma soltanto con la conversione a Cristo, secondo l'insegnamento biblico. Per l'inconvertito, le questioni riguardanti la fede sono una pazzia (1 Corinzi 1:18) e non le può capire (1 Corinzi 2:14). Il seguace di Cristo, invece, viene a conoscenza di tutta la verità (Giovanni 16:13), la sua fede ha un fondamento solido (1 Corinzi 3:11), e porta alla conoscenza: „Ora la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono" (Ebrei 11:1)

DV8: È necessario che la nuova nascita si manifesti esteriormente?

RV8: La conversione e la nuova nascita sono le due espressioni che descrivano l'evento della nostra salvezza. La conversione è ciò che l'uomo fa, e la nuova nascita è quello che Dio fa. La conversione rappresenta l'aspetto umano e la nuova nascita rappresenta l'aspetto divino di un unico processo. In un colloquio notturno Gesù disse a Nicodemo: ”ln verità, in verità Io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il Regno di Dio" (Giovanni 3:3). La nuova nascita è necessaria per andare in Cielo. Nascere di nuovo quindi, come la nascita naturale, è un evento passivo. Con la nascita naturale infatti entriamo in questa vita terrena e diveniamo cittadini di questo mondo. Analogamente, abbiamo anche la cittadinanza celeste solo mediante la nascita. Siccome poi tutti siamo già nati una volta, la Bibbia indica questa seconda nascita che comporta il diritto alla vita celeste (eterna), con l'espressione ”nuova nascita".

Col pentimento, noi rinunziamo alla nostra vita peccaminosa e ci convertiamo a Cristo. Chi con tutto il suo essere si volge a Dio, andrà nella sua vera patria, il Cielo. Dio risponde e ci dà una nuova vita, la vita eterna – in questo consiste la nuova nascita. Tale evento non è legato a nessun segno esteriore, ma piuttosto tale vita nuova si manifesterà per mezzo di ben visibili frutti dello Spirito quali amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza (Galati 5:22-23).

DV9: Lei ci parla come se Dio stesso lo avesse inviato qui. Ma come ci è venuto?

RV9: Sono contento che lei abbia fatto una domanda provocatoria, perché è bene che anche noi diamo ragione del nostro operato. Lei avrebbe aspettato molto a lungo, se avesse voluto ricevere I'Evangelo – la Buona Notizia – mediante un Angelo disceso dal Cielo. Dio stesso ha operato la salvezza dell'umanità mediante Gesù Cristo, ma ha affidato a uomini la divulgazione di questa “Buona Notizia". È quindi volontà di Dio che i discepoli di Gesù abbiano il compito di fare altri discepoli e di istruirli (Matteo 28:19-20). Così noi possiamo agire nel nome del Signore che ha fatto il cielo e la terra, poiché “noi siamo collaboratori di Dio" (1 Corinzi 3:9). A tale collaborazione sono chiamati tutti quelli che credono in Gesù Cristo ed un giorno dovremo rendere conto del nostro operato nei confronti dell'Evangelo che ci è stato affidato (Luca 19:11-27). All'estero, la persona più accreditata di un governo è l'ambasciatore. È un plenipotenziario, autorizzato ad agire in nome del suo governo. Ed il Figlio di Dio ci ha posto proprio in tale importante posizione per diffondere I’Evangelo, poiché nel Nuovo Testamento si afferma che “Noi facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro; vi supplichiamo dunque nel nome di Cristo: Siate riconciliati con Dio!" (2 Corinzi 5:20). In Luca 10:16 Gesù dice: “Chi ascolta voi, ascolta me". Noi non ci autorizziamo da noi stessi, ma è Dio che ci autorizza ad operare.

DV10: Che cosa pensate dell' ingegneria genetica?

RV10: Come è universalmente noto, la confusione delle lingue è legata alla costruzione della Torre di Babele – fu una punizione da parte di Dio. Meno noto è che Dio ha coinvolto l'uomo nella Sua opera: “Ora nulla li impedirà di condurre a termine ciò che disegnano di fare" (Genesi 11:6). Dio si aspetta che l'uomo porti a termine ciò che Egli non avrebbe volentieri portato a termine. Sarebbe bene per l'uomo se non possedesse la capacità di costruire camere a gas per eliminare altri esseri umani in massa, di produrre le bombe atomiche per distruggere città intere o di escogitare un sistema di idee per rendere schiavi gli uomini. L'uomo quindi ha anche il potere di volare verso la luna, di trapiantare organi e di manipolare i geni. L'uomo che non crede in Dio si considera autonomo e non riconosce limiti al suo comportamento e pensa di essere giudicato semplicemente dal suo stesso modo di agire. L'uomo invece che crede in Dio cercherà di fare tutto ciò che è possibile, ma sempre secondo i principi biblici. Con il Comandamento “Moltiplicatevi" (Genesi 1:28), Dio fa partecipare l'uomo al processo creativo. Nell'unione sessuale dell'uomo e della donna, Dio ha posto tutte le condizioni necessarie per portare avanti tale processo creativo, rimanendo però sempre Lui il Creatore: “I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo" (Salmo 139:16). Nella manipolazione dei geni abbiamo a che fare con un processo stabilito da Dio: i geni presenti in un ovulo fecondato vengono trasmessi alle generazioni successive. Un'interferenza in tale processo è irreversibile e comporta imprevedibili pericoli. Ch. Flamig, in una sua visione autopica, vede, come ultima meta della genetica, la creazione di un super-uomo: migliori spiriti dell'umanità escogiteranno metodi genetici, che produrranno nuove proprietà, nuovi organi e sistemi biologici, che serviranno agli interessi, alla felicità e al dominio di ogni essere quasi divino, di cui noi misere creature di oggi siamo gli antenati" („La Manipolazione genetica dell'uomo", da ”Politica e Storia Contemporanea", B3/1985, pp. 3-17). Con tale meta in vista, l'uomo sarà, nei confronti di Dio, come un orgoglioso Prometeo:

„Eccomi qua, a formare un uomo secondo l'immagine mia, una razza che simile mi sia, per piangere e soffrire, per gustare e gioire, e per non curarsi di te, proprio come faccio io!" (J. W. von Goethe).

DV 11: Come si comportava Gesù con le mosche e le zecche? Le uccideva?

RV11: È ben noto il pensiero di Albert Schweitzer espresso nella sua opera “Rispetto per la vita". Se si applicasse anche agli esseri umani, non avrebbero luogo gli 80milioni di aborti (valutazione anni 90) che ogni anno sono provocati nel mondo. Schweitzer si spinse fino al punto di cercare di non uccidere nemmeno un insetto nella foresta vergine. Anche nell'Induismo vige il principio che non si devono uccidere gli animali, poiché si pensa che un essere umano, dopo la morte, possa reincarnarsi in un animale. Di conseguenza, in India i topi sono 8 volte più numerosi degli esseri umani. La necessità poi che hanno i topi di nutrirsi, crea un problema insolubile; il danno che ne deriva è indescrivibile. Il Comandamento biblico ”Non uccidere" (Esodo 20:13) si applica quindi esclusivamente agli esseri umani. Questo Comandamento non vale nel caso degli animali, poiché sono stati dati agli uomini come nutrimento (Genesi 9:3). Anche la modifica restrittiva apportata da Gesù nel Sermone sul Monte (Matteo 5:21-26), non si applica per niente al mondo animale.

La domanda dunque colloca Gesù in un contesto indù o lo fa pensare come Albert Schweitzer e Francesco d'Assisi, che si puniva se calpestava un insetto. Nella Bibbia, Dio ci indica come comportarsi giustamente con gli animali. All’inizio della creazione, l'affermazione “e Dio vide che era buono" può applicarsi a tutto. Non c'era nessuna malattia, non c'era la morte, non c'erano insetti nocivi né bestie selvagge. Con il peccato avvenne un profondo sconvolgimento anche nel mondo animale con modalità diverse a seconda delle varie specie. C'è quindi la categoria degli animali puri ed impuri (Genesi 7:2); si distinguerà poi tra animali nocivi ed utili (Levitico 26:6), per cui la protezione di questi ultimi ha il suo fondamento nei Dieci Comandamenti di Dio (Esodo 20:10,17). In Deuteronomio 25:4 si ammette il diritto che ha il bue che trebbia ad essere nutrito adeguatamente. Altri animali invece cessarono con il peccato di esercitare il loro primitivo ruolo positivo tra gli uomini e divennero pericolosi.

La Bibbia menziona le locuste, le mosche velenose, i bruchi, le rane che Dio usa anche per i Suoi giudizi (Esodo 10:12; Salmo 78:45-46; Salmo 105:30-34; Gioele 2:25; Amos 4:9). Così, i serpenti e gli scorpioni rappresentano delle potenze ostili agli uomini, da cui Dio può difenderli (Numeri 21:8-9; Luca 10:19) o che nel Giudizio hanno potere sugli uomini (Numeri 21 1 Re 12:11).

Per lo più le malattie sono provocate da microrganismi (virus, batteri, parassiti). Se Gesù guariva da ogni malattia, allora uccideva anche questi esteri viventi così nocivi agli uomini. Ci facciamo una falsa idea di Gesù Cristo, se gli attribuiamo una stima anacronistica di questa creazione decaduta. Egli tiene sotto controllo potenze distruttive quali il vento e le onde (Matteo 8:27), malattia e morte (Matteo 8:3; Giovanni 11:43-44), i demoni e gli spiriti maligni (Luca 11:14). Gesù è venuto presso di noi come Figlio di Dio ed anche come uomo. Egli divenne “simile agli uomini" e si comportò “nell'esteriore come un uomo" (Filippesi 2:7), cioè in tutte le situazioni si comportò come ogni altro uomo, e quindi anche quando ebbe a che fare con mosche, bruchi, e vermi vari. La Bibbia non ci dice nulla di esplicito a riguardo; però, da quanto si è detto, possiamo dedurre che Gesù li abbia scacciati ed anche uccisi.