DM - 4 domande sulla morte e l’eternità

DM1: Esiste una vita dopo la morte?

RMI: Le stupende piramidi d'Egitto indicano la conoscenza che allora si aveva della tecnica delle costruzioni e dell'architettura, ma ancor più costituiscono una magnifica testimonianza dell'umanità al fatto che si è sempre creduto e si crede nell'esistenza di una vita dopo la morte. Non c'è cultura o razza sulla terra che non abbia una tale credenza. Nemmeno gli atei costituiscono un'eccezione a questa regola. Nel testamento del rivoluzionario nordvietnamita “Ho Chi Minh”, che fu letto dopo la sua morte dalle autorità comuniste, c'era scritto: „Vado a raggiungere i compagni Marx, Lenin e Hengels". Perché questo? Il fatto è che Dio ha messo nei cuori degli uomini „il pensiero dell'eternità" (Ecclesiaste 3:1 1). Per noi la morte è come un muro, oltre il quale non possiamo guardare. Eppure uno l'ha attraversato. Era là ed è ritornato: il Signore Gesù Cristo! Morì sulla croce ed il terzo giorno risuscitò dai morti. A causa di questa vittoria sulla morte, abbiamo la certezza che la nostra esistenza non finisce con la morte. Gesù ci ha parlato del Cielo e dell'Inferno come di realtà. Noi siamo creature fatte per l'eternità, e per mezzo della fede in Lui, chiamati alla vita eterna: „lo sono la risurrezione e la vita; chi crede in Me, anche se muore, vivrà" (Giovanni 11:25).

DM2: Che cosa è la vita eterna? Come possiamo definirla?

RM2: Nel linguaggio del Nuovo Testamento vi sono due parole completamente diverse che di solito vengono tradotte entrambe con „vita" — sono “bios e zoê”. Bios indica appunto la vita biologica dell'uomo, ma anche delle creature non umane. Questa vita passa rapidamente come un fiume, come il sonno, come un fiore che presto appassisce (Salmo 90:5; 103:15). In Giobbe 14:1-2 leggiamo: „L'uomo, nato da una donna, vive pochi giorni, e sazio di affanni, spunta come un fiore, poi è reciso; fugge come un'ombra e non dura". Questa vita che passa è anche paragonata ad un vapore: „Che cosa è la vita vostra? Poiché siete un vapore che appare per un poco di tempo e poi svanisce" (Giacomo 4:14).

Otto von Bismarck fece questa affermazione: „La vita è l'estrazione ben fatta di un dente; si pensa sempre che tutto debba ancora avvenire, finché improvvisamente ci si accorge che tutto è finito". Il poeta Chr. F. Hebbel pensava che „La vita è una mandorla amara avvolta sette volte in una carta dorata", ed il saggista Adolf Reitz definiva la vita come „Una fossa comune di speranze e disillusioni”.

La Bibbia invece ci presenta la questione in una prospettiva completamente diversa: quando gli uomini accettano la propria vita come un dono di Dio e diventano discepoli di Gesù, entrano in una nuova dimensione, che è indicata dalla parola greca zoê

Zoê è la vita che viene da Dio, quella vera, l'indissolubile vita eterna. Gesù Cristo è venuto in questo mondo per portarci la vita eterna. Perciò la vita eterna non è solo legata alla Sua Persona, ma mediante Lui è venuta direttamente a noi. In Giovanni 14:6 Gesù dice infatti: „lo sono... la vita (eterna!)" (in greco zoê).

L'identità Gesù-vita-eterna è messa in rilievo anche dall'Apostolo Giovanni: „La vita (eterna) è stata manifestata e noi l'abbiamo veduta e ne rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e che ci fu manifestata" (1 Giovanni 1:2). Chi crede in Gesù, chi Lo ha come Signore, ha anche la vita eterna (1 Giovanni 5:12). Con la promessa della vita eterna (1 Giovanni 2:25), la nostra vita temporale ha una base eterna. Soltanto così si comprende come i discepoli di Gesù, a causa della fede, abbiano affrontato la persecuzione, la prigione e la tortura ed anche la morte, per non rinnegare il loro Signore. La vita eterna, comunque, si manifesterà chiaramente con la risurrezione: „Molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: gli uni per la vita eterna, gli altri per l'obbrobrio, per una eterna infamia" (Daniele 12:2), In questa vita non abbiamo solo la promessa della vita eterna, ma già partecipiamo alla vita ed alla signoria di Cristo. Se la fede ha come fine la visione di Dio, noi vedremo Gesù ed il Padre faccia a faccia.

DM3: Quando comincia la vita eterna?

RM3: Secondo la testimonianza della Bibbia, vi sono due tipi di esistenza eterna: la vita eterna o la perdizione eterna. Secondo Heirich Kemner, la perdita più grande è vivere e morire senza Gesù. In Giovanni 3:15 si afferma che chiunque crede in Lui, ha vita eterna. Si ha la vita eterna non semplicemente dopo la morte, ma subito dopo la conversione: „Chi crede nel Figlio, ha la vita eterna" (Giovanni 3:36). Tale fede porta il sigillo della risurrezione di Gesù dai morti e poggia quindi su di una base assoluta ed incrollabile. Dio attribuisce un gran valore a ciò che in noi è un'assoluta certezza: „lo vi ho scritto queste cose affinché sappiate che avete la vita eterna, voi che credete nel nome del Figliuol di Dio" (1 Giovanni 5:13).

DM4: Come posso immaginarmi il Cielo?

RM4: L'immaginazione umana non potrà mai produrre un'idea esatta della magnificenza del Cielo. Paolo fu improvvisamente trasportato al terzo Cielo (2 Co-rinzi 12:2). In un altro contesto, Paolo parla dell'ininvestigabile sapienza di Dio, che lo Spirito di Dio già qui sulla terra ha rivelato, ed osserva: „Le cose che occhio, non ha veduto e che orecchio non ha udito e che non sono salite nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che l'amano" (1 Corinzi 2:9). Tanto più vale questa descrizione per la visibile magnificenza di Dio e per il Cielo! La Bibbia non ci fornisce alcuna immagine completa del Cielo, ma ce ne indica molti aspetti, di cui vogliamo qui considerare alcuni. La fede ce li può già far saggiare, ma la loro visione, sarà indescrivibile. 

  1. Il Cielo è un Regno: Tutti i regni di questo mondo scompariranno; la loro potenza terrena è limitata. La monarchia del Kaiser in Germania, iniziata nel 1871, non ha avuto neanche 50 anni di vita. Il Terzo Reich veniva presentato dalla propaganda come il Millennio, ma finì 12 anni dopo con la sua completa disfatta. Il Cielo invece è un Regno Eterno (2 Pietro 1:11), che non avrà fine. È un „Regno che non può essere scosso" (Ebrei 12:28), È la desiderata patria celeste (Ebrei 11:16), in cui la maestà di Dio sarà nota a tutti mediante un governo assoluto. Quelli che appartengono a Cristo governeranno con Lui d'eternità in eternità (Apocalisse 22:5; Luca 19:17,19).
  1. Il Cielo è la casa del Padre: Al contrario di tutte le case ed abitazioni terrene, il Cielo è un luogo che non perirà mai: „Non abbiamo qui una città stabile, ma cerchiamo quella futura" (Ebrei 13:14). Dio stesso ha preparato questa città (Ebrei 11:16b), ed il Signore Gesù è l'Architetto del domicilio eterno: „Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore... vado a prepararvi un luogo" (Giovanni 14:2). Tutti quelli che appartengono a Cristo, hanno qui una cittadinanza eterna; sono della famiglia di Dio (Efesini 2:19). Nel „Padre Nostro" si dice infatti, „Padre nostro, che sei nei Cieli" (Matteo 6:9), ed in Giovanni 17:24 il Signore Gesù dice: „Padre, io voglio che dove sono Io, siano con Me anche quelli che Tu mi hai dati, affinché vedano la Mia gloria che Tu mi hai dato". Il Cielo è la nostra casa paterna, perché Dio vi abita (Genesi 24:7; Salmo 15:3; Matteo 6:9). È' anche il domicilio di Gesù.
    È da lì che è venuto da noi nel mondo (Giovanni 3:13; 6:38), ed è lì che è ritornato dopo la Sua ascensione (Luca 24:51; Atti 1:11). E di lì ritornerà con potenza e gloria per prendere i Suoi dalia terra.
  2. Il Cielo è la nostra patria: Durante l'ultima guerra, milioni di persone della Prussia Orientale, della Pomerania e della Slesia perdettero la loro patria. Per generazioni avevano abitato in quelle regioni fino al giorno in cui dovettero fuggire o furono scacciati. Chi scrive è stato testimone oculare di questi terribili eventi. Per noi esseri umani è importante avere una patria. Nietzsche si lamentava della mancanza di una sua patria spirituale dicendo: „Guai a chi non ha una patria!" In questo mondo, però, c'è solo una patria temporanea e perciò Paolo scrive ai Filippesi: „Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove anche aspettiamo come Salvatore, il Signore Gesù Cristo" (3:20).
  1. Il Cielo è il luogo della gioia: Una festa nuziale, anche da un punto di vista umano, è una delle occasioni migliori per gioire. E nella Bibbia il Cielo è descritto proprio come l‘eterna festa della gioia: „Rallegriamoci e giubiliamo e diamo a Lui la gloria, poiché sono giunte le nozze dell'Agnello e la Sua Sposa si è preparata" (Apocalisse 19:7), Gesù Cristo, l'Agnello di Dio, che pazientemente prese su di sé i peccati del mondo e li portò sulla croce, è ora lo Sposo e la Sua Chiesa è la Sposa. Così Gesù in Luca 13:29 descrive i salvati provenienti da tutti i popoli e da tutte le nazioni della terra: „E ne verranno dall'Oriente e dall'Occidente, dal Settentrione e dal Meridione, e si porranno a mensa nel Regno di Dio.

  2. Il Cielo è un luogo senza peccato: Il nostro mondo è totalmente inquinato dalle conseguenze del peccato: necessità, dolore, lamenti, malattie, guerra e morte. In Cielo però „non ci sarà più alcuna cosa maledetta" (Apocalisse 22:9). Dio sarà tutto in tutti ed Egli stesso farà tutto nuovo: „Dio asciugherà ogni lagrima dagli occhi loro e la morte non sarà più; né ci saranno più cordoglio, né grido, né dolore, poiché le cose di prima saranno passate" (Apocalisse 21:4). Con questa prospettiva anche Paolo poteva sopportare le afflizioni temporanee; „Poiché io stimo che le sofferenze del tempo presente non siano da paragonarsi con la gloria che ha da essere manifestata a nostro riguardo" (Romani 8:18).

  3. Il Cielo è il luogo dell'incoronazione: Tutto quello che facciamo in questa vita nel nome del Signore Gesù, ha una dimensione eterna, ha un carattere permanente. Perciò Paolo alla fine della sua esistenza terrena poteva dire: „lo ho combattuto il buon combattimento; ho finito la corsa; ho conservato la fede; del resto mi è riservata la corona della giustizia che il Signore, il giusto Giudice, mi assegnerà in quel giorno, e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la Sua apparizione" (2 Timoteo 4:7-8). Di tale incoronazione parla anche il Signore in Apocalisse 2: 10, „Sii fedele fino alla morte ed Io ti darò la corona della vita".

  4. Il Cielo è la nostra méta: Questa è la méta più alta per noi esseri umani: mediante la fede in Gesù andare in Cielo. In 1 Pietro 1:8-9 l’Apostolo fa riferimento a tale méta: „il quale (Gesù), benché non lo abbiate veduto, voi amate; nel quale credendo, benché ora non lo vediate, voi gioite di un 'allegrezza ineffabile e gloriosa, ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime".