II - Principi esegetici

PI: Il migliore interprete della Bibbia è la Bibbia stessa

ln altre parole: non c'è miglior commento alla Bibbia che la Bibbia stessa. Questo importantissimo principio è stato messo in pratica da Gesù (ad es. Matteo 19:3-6), dagli Apostoli, dai Galati 3:16 e dai Profeti.

P2: Gesù è la chiave di ogni interpretazione

In special modo, l'Antico Testamento è incomprensibile senza alcun riferimento a Gesù (ad es. Salmo 110:1; Isaia 53; Malachia 3:20, 23,24).

P3: Le interpretazioni non possono essere in contraddizioni

con altri testi (si veda B52),

P4: Una dottrina non deve essere dedotta soltanto da un'affermazione biblica

o da un versetto. Le asserzioni bibliche fondamentali si trovano in vari contesti o sono formulate con parole varie. Esempi: l'innocenza di Gesù (1 Giovanni 3:4; Pietro 2:12; 11 Corinzi 5:21); la peccaminosità di tutti gli esseri umani (Genesi 8:21; Salmo 14:2; Isaia 1:5-6;Matteo 15:19; Romani 3:23); la volontà salvifica di Dio (Isaia 34:12; Matteo 18:11; 1 Tessalonicesi 5:9; 1 Timoteo 2:4).

Nota: Soltanto una volta è affermato nella Bibbia che Gesù ama il Padre (Giovanni 14:31) e che il Padre ci ama (Giovanni 16:27). Questo però è asserito spesso implicitamente o è presupposto. Anche in tali casi è sempre possibile formulare una dottrina con gran precisione.

P5: Bisogna tener presente sempre il contesto ed il consenso

generale della Bibbia. La negligenza di questo principio porta inevitabilmente alla formulazione di molte dottrine non bibliche e alla fondazione di sette corruttrici.

P6: Alcune dottrine bibliche sono deducibili dall'insieme di eventi analoghi

La Bibbia non è un arido codice di leggi o un manuale, ma in migliaia di eventi viene esposto il giusto rapporto tra Dio e gli uomini. Si pensi, ad esempio, alla dettagliata esposizione della lunga storia d'Israele fatta di benedizioni e giudizi divini (1 Corinzi 10:11l). Si veda, a tal proposito, la risposta a DV6.

P7: L' Antico Testamento è l'indispensabile guida

per comprendere il Nuovo Testamento, cioè senza l'Antico Testamento molte parti del Nuovo Testamento sarebbero incomprensibili (ad esempio, la Creazione, la „caduta", il Diluvio).

P8: Il Nuovo Testamento costituisce una rivelazione e

più ampia dell'Antico Testamento. Già l'introduzione alla Lettera agli Ebrei sottolinea tale asserzione. Prendiamo come esempio la vendetta. La natura umana è portata a vendicarsi dei torti subiti facendola pagare cara all'offensore: „Se Caino sarà vendicato sette volte, Lamec lo sarà settantasette volte (Genesi 4:24). Nelle leggi del Sinai Dio fissa un limite drastico, stabilendo la „legge del taglione": un occhio per un occhio; un dente per un dente; una ferita per una ferita; una contusione per una contusione (Esodo 21:24-25). Nel Sermone sul Monte, Gesù approfondisce la legge veterotestamentaria, usando l'espressione „ma Io vi dico", che usa sei volte in tale contesto. Applicando quindi Deuteronomio 32:35 ad Esodo 21:24-25, Egli proibisce del tutto la vendetta: „Ma Io vi dico: Non contrastate al malvagio; anzi se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra" (Matteo 5:39).

P9: Nella Bibbia non si approva mai un peccato

anche se a volte non viene particolarmente „stigmatizzato". Questo principio è significativo per l'interpretazione della Parabola del „Fattore infedele» in Luca 16:1-8).